Ossigeno

152 153 Annuso Madrid: La corsa è la mia terapia, Madrid la mia analista, che – più che percorrere – esaurisco, passo dopo passo, respirandola e respirandone l’essenza. Esaurire Madrid si rivela un’esperienza olfattiva totale, che supplisce all’assenza dell’odore blu dello iodio del mare con quello verde dell’ossigeno dei suoi immensi parchi – combinato al bruciato delle fritture, al pungente dell’aglio, all’affumicato del pimentón, pane fragrante e jamón di cui vantarsi, all’organico del vivere che brulica e che, a seconda del quartiere, si sprigiona potente, ora confortevolmente raffinato, ora autenticamente triviale. L’odore è il più potente indicatore della vita, ma non necessariamente della diretta umanità: c’è un posto, situato nel trionfale Parque del Oeste, che – seppur privo della massiva costante umana – diventa imprescindibile per annusare Madrid. La Rosaleda, 32.000 m² di quintessenze che non si curano di chiedere il permesso per invadere l’olfatto, è una passeggiata impattante innanzitutto negli occhi, necessaria presentazione alle restanti percezioni per chiunque, come me, si lasci da loro guidare. Dal rigore maschile del Tempio Egizio di Debod, accolto anch’esso nel Parco, alla grazia femminile di migliaia di rose, catalogate per oltre 600 specie; a ogni colore un profumo, a ogni forma un’essenza, intensità ed ebbrezza impossibili da distinguere nella loro fusione e nell’accuratezza di un’esposizione geometrica, dedalica. Per quanto sia indubbiamente suggestivo per me esaurire Madrid lasciandomi guidare dall’odore dei suoi muri, la Rosaleda (vanto regale della Capi, prossima a festeggiare i suoi primi 60 anni) è per me la perfetta metafora olfattiva, incanto naturale, improvviso ed eccessivo di una metropoli che sa travolgere non solo nell’odore della sua umanità varia, ma anche in quello della sua imperiale grandeur, che – come ogni odore di vita – è capace di suggerirne la storia. Smelling Madrid: Madrid is my analyst, and running is my therapy. It’s more than running - it’s about breathing the air of the city, taking in its essence. Running in Madrid is a total olfactory experience. In place of the blue iodine tang of the sea, Madrid offers the green oxygen of its immense parks. Mixed in with the smell of frying food, pungent garlic, the smoky spice of pimentón, fragrant bread and world-class “jamón”, in a city that’s bursting with life, where every neighbourhood has its own character. Smell is the surest sign of life, and not necessarily human life. There’s a quiet place in Madrid’s Parque del Oeste that’s an essential stop for everyone with a nose for Madrid. The Rosaleda - a 32,000 m² rose garden - is a riot of fragrance. It hits the eyes first, and then your other senses follow - and if you’re like me, you’ll let them guide you. From the stern and masculine Temple of Debod (also in Parque del Oeste) to the gracile femininity of the rose gardens. Over 600 species of roses grow here. Every colour has its own fragrance, every shape its essence, and they all come together in a heady intensity that makes one smell impossible to distinguish from the others despite the geometric, maze-like layout of the gardens. Although I love to explore Madrid by following the scent of its streets, for me the Rosaleda (one of the star attractions of Spain’s capital, and soon to celebrate its first 60 years of existence) is the perfect olfactory metaphor. Its confluence of natural charm, chance and excess - in a city whose impact on our sense of smell has equally varied roots. senses and the City i sensi e la città

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