Ossigeno

38 39 La mandorla è ricchissima di proprietà altamente benefiche, contenendo una grande quantità di grassi insaturi, proteine, sali minerali e vitamine: è ricca di magnesio, un elemento che contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso; di fosforo, che collabora al normale metabolismo energetico e di rame, che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. L’alta qualità lipidica è un tratto fondamentale della mandorla, ma i suoi grassi sono per la maggior parte classificati come monoinsaturi, grassi buoni, che hanno la capacità di ridurre i livelli di colesterolo cattivo (LDL) e aumentare i livelli di colesterolo buono (HDL), a vantaggio dell’apparato cardiocircolatorio. Uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association mostra che uno snack giornaliero costituito da mandorle, in sostituzione di uno ad alto contenuto di carboidrati, va a beneficio del consumatore riguardo i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, i quali includono l’adiposità addominale. Lo studio, suddiviso in 2 periodi da 6 settimane ciascuno, ha coinvolto 48 individui con elevati livelli di colesterolo cattivo (LDL) e ha previsto la somministrazione di una dieta specifica per l’abbassamento del colesterolo con implementazione di mandorle (40 g al giorno) e di una identica dieta a cui però sono state sostituite le mandorle con un muffin isocalorico. Le quantità di grassi saturi e colesterolo apportati non differivano tra i due tipi di dieta. La dieta con spuntino di mandorle ha determinato un calo del colesterolo cattivo, mentre la dieta di controllo ha visto scendere il livello di colesterolo buono (HDL). Il consumo di mandorle ha inoltre ridotto il grasso addominale e quello presente nelle gambe, senza che questo abbia influito sul peso totale corporeo. Da questi risultati è deducibile che uno snack giornaliero a base di mandorle, in sostituzione ad uno ad alto contenuto di carboidrati, può essere una semplice strategia per prevenire l’insorgenza di malattie cardio-metaboliche in individui sani¹. Il contenuto di vitamina E di questo frutto è eccezionale: ogni 100 g di mandorle pelate apportano vitamina E pari al 198% del valore nutritivo di riferimento, mentre per le mandorle sgusciate il valore sale al 219%. In virtù delle proprietà altamente ossidanti della vitamina E, l’olio di mandorle dolci è molto utilizzato per la preparazione di unguenti, emulsioni e saponi medicinali, e altrettanto diffuso anche in profumeria e in cosmesi. proprietà 1. J Am Heart Assoc. 2015 Jan 5;4(1): e000993. Effects of daily almond consumption on cardiometabolic risk and abdominal adiposity in healthy adults withelevated LDL-cholesterol: a randomized controlled trial. Berryman CE, West SG, Fleming JA, Bordi PL, Kris-Etherton PM. Se proviamo a seguire le tracce della mandorla, scopriremo che questo frutto non ha solo un indispensabile valore gastronomico come raffinato ingrediente di numerose ricette, ma possiede anche un affascinante valore simbolico. Il mandorlo e i suoi frutti vengono celebrati e apprezzati da migliaia di anni in molteplici luoghi del mondo, una comune caratteristica che travalica i confini e unisce idealmente i popoli. Il mandorlo (Prunus dulcis) è una pianta della famiglia delle Rosaceae molto longeva, che cresce fino a 5-10 m di altezza, nativo dell’Asia sud-occidentale. I fiori, bianchi o leggermente rosati, sono costituiti da cinque petali, sbocciano in genere all’inizio della primavera e qualora il clima sia mite, anche a fine gennaio. Il frutto è una drupa che si divide in esocarpo carnoso, chiamato mallo, di colore verde, ed endocarpo legnoso (guscio), il cui interno contiene il seme o mandorla. L’origine del mandorlo è da localizzare in Asia Centrale: ancora oggi sono presenti numerose specie selvatiche in tutte le zone montagnose che vanno dal Tien-Shan all’Azerbaigian, Turchestan, Afghanistan e Iran. I mandorli domestici appaiono nella prima parte dell’Età del bronzo (3000-2000 a.C.) e alcuni frutti di mandorlo sono stati trovati nella tomba di Tutankamon in Egitto (circa 1325 a.C.). Il mandorlo viene poi diffuso nell’area mediterranea dai Fenici, che lo importarono in Sicilia durante i loro viaggi. I Romani conoscevano la mandorla con il nome di “noce greca” e già Virgilio, Orazio e Columella la citavano nei loro manoscritti. Il mandorlo è presente anche nel “ricettario farmacologico” di Scribonio Largo e nelle opere di Plinio del I secolo d.C. Il merito della diffusione geografica della pianta è attribuibile ai Romani, che esportarono il mandorlo fin oltre ai piedi delle Alpi. Le sue proprietà, già note o intuite da Ippocrate, vengono riconosciute dagli Arabi e da loro diffuse nel Medioevo in tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, presso tutte le farmacopee ufficiali e ancor più nella medicina popolare. Nel Nord America l’introduzione del mandorlo risale al XVI secolo, mentre in Cile la pianta è arrivata nella seconda metà del XVII secolo. Il mandorlo è investito di un ruolo simbolico e rappresentativo in molte culture orientali e nella stessa Bibbia. In Siria e in Israele, ad esempio, la sua fioritura inaugura il Capodanno degli Alberi (Tu BiShvat), una festività ebraica che si svolge tra fine gennaio e inizio febbraio. Non a caso, il suo nome in ebraico significa “agitato/scosso”, termini che richiamano la laboriosità e la vivacità dell’albero. Nella Bibbia è citato dieci volte: nella Genesi 43:11, la mandorla è descritta come “tra i migliori frutti”; la sua fioritura precoce appare come un segnale di rinascita al profeta Geremia; nell’Esodo, Dio indica a Mosè di prenderne i fiori a modello per forgiare l’oro in modo da ottenere il candelabro ebraico (Menorah) a sette bracci. Nella tradizione pagana la coltivazione del mandorlo si riconduce alla leggenda della bellissima Fillide, principessa della Tracia innamorata di Acamante. Costui seguì gli Achei nella guerra di Troia e quando, dopo dieci anni di guerra, i superstiti rientrarono nelle loro città, Fillide morì per la disperazione non vedendo tornare il suo Acamante. La dea Atena, impietositasi di questa tragedia, volle trasformare la principessa in uno stupendo albero di mandorlo. Ma Acamante non era morto, ed al suo ritorno in patria, venuto a conoscenza del destino di Fillide, abbracciò il mandorlo il quale ricambiò facendo sbocciare dai suoi rami fiori profumati. Il mandorlo appartiene anche alle tradizioni arcaiche folcloristiche della Spagna; in una leggenda araba, il califfo musulmano Abd al-Rahman III fece piantare dei mandorli nel giardino intorno al suo palazzo nei pressi di Cordova per restituire il sorriso all’amata moglie Azahara, che soffriva di nostalgia. La vista dei fiori bianchi, assomiglianti al candido manto di neve della Sierra Nevada, ricordavano ad Azahara il panorama che un tempo poteva ammirare dalla propria abitazione a Granada. al nocciolo to the core

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