12 L'acqua è bene comune. È il fondamento ecologico di tutta la vita. La sua sostenibilità e l'equa ripartizione dipendono dalla cooperazione tra i membri della comunità. Tuttavia, c'è uno slancio crescente verso la privatizzazione delle risorse idriche. Assistiamo a un crescente intervento da parte dello stato in termini di politica idrica e di sovversione del controllo comunitario sulle sue risorse. Nei secoli e nel mondo, i diritti dell'acqua hanno preso forma sia sui limiti degli ecosistemi che sui bisogni delle persone. L'acqua è sempre stata considerata un diritto naturale. I diritti dell'acqua come naturali non hanno origine con lo stato; essi evolvono al di fuori del contesto ecologico dell'esistenza umana. E parlando di suolo, il suolo vivo è una complessa rete alimentare, brulicante di vita. Un metro cubo può contenere più di 5.000 lombrichi, 50.000 insetti e acari e 12 milioni di nematodi. Un grammo può contenere 30.000 protozoi, 50.000 alghe, 400.000 funghi e miliardi di batteri. �uesta vita nel suolo è ciò che ne ringiovanisce la fertilità, rendendo le sostanze nutritive disponibili per le piante che sono il fondamento della nostra agricoltura. Eppure l'industria agricola ha fatto suo il mito secondo cui i fertilizzanti sintetici possono aumentare la produzione alimentare, indipendentemente dalla vita del suolo, azzerando i limiti ecologici alla produzione alimentare. �uesto mito è supportato dal costrutto di resa – la misura del peso della merce che lascia la fattoria. Non è una misura del valore nutritivo degli alimenti prodotti dalla terra, né tiene conto delle condizioni del terreno dopo il raccolto. L'uso di fertilizzanti artificiali comporta la morte del suolo vivo, dunque la riduzione della sua fertilità. Ciò significa che la nutrizione per acro è diminuita. Il ciclo di carbonio e azoto attraverso il suolo è stato spezzato. Il ciclo idrologico ne è stato negativamente colpito. L'agricoltura industriale è implicitamente ad elevato consumo idrico. Usa dieci volte l'acqua che l’agricoltura ecologica impiegherebbe per produrre la stessa quantità di cibo. È questo il motivo principale per cui l'acqua viene estratta, causandone la scarsità in gran parte del mondo. Inoltre, prodotti chimici e fertilizzanti sintetici annientano la capacità di ritenzione idrica del suolo precedentemente vivo. Tutti gli umani hanno gli stessi diritti al cibo e all’acqua, all’aria pulita e a un ambiente sano e sicuro. Gli esseri umani, in quanto parte della Terra, possiedono il diritto naturale a una vita in benessere e in salute. Il diritto alla vita comprende il diritto a respirare, ad avere aria pulita, il diritto all'acqua e all’affrancamento dalla sete, il diritto al cibo e all’affrancamento dalla fame, il diritto a una casa, alla proprietà, alla terra, al sostentamento e ai mezzi di sopravvivenza che suolo e terra forniscono. Dal momento che dipendiamo dalla natura per il sostentamento, la sua devastazione si traduce in violazione dei diritti umani al cibo, all'acqua, alla vita e ai mezzi di sussistenza. Tutti i problemi ecologici hanno radici comuni nella negazione della Terra come sistema vivente e nella violazione dei limiti dei suoi cicli e dei suoi processi. La violazione dell'integrità delle specie e degli ecosistemi, la profanazione dei limiti ecologici, dei confini planetari, dell'integrità culturale e della diversità sono alla base delle molteplici emergenze ecologiche che la Terra sta affrontando, e delle emergenze sociali ed economiche fronteggiate dall'umanità. L'agricoltura industriale è responsabile della devastazione del suolo, dell'acqua e della biodiversità del pianeta. Di questo passo, se la quota di agricoltura industriale basata su combustibili fossili e di cibo industriale nella nostra dieta aumentano ancora, presto avremo un pianeta morto. La biodiversità, la diversità delle specie, la loro mutualità e la loro interconnessione creano la rete della vita, mantengono vivo il pianeta e l'infrastruttura della vita. Le emergenze che gli esseri umani devono affrontare in termini di fame e sete, malattie e pandemie sono profondamente radicate nelle crisi ecologiche e nelle crisi di ingiustizia, disuguaglianza e disumanità. Le crisi multiple e le pandemie contro le quali ci troviamo oggi a combattere – la pandemia sanitaria, quella della fame, la pandemia della povertà, l'emergenza climatica, dell'estinzione, dell'ingiustizia, dell'esclusione e della disuguaglianza, l'espropriazione e l'eliminazione di un gran numero di esseri umani – sono tutte radicate in una visione del mondo basata sulle illusioni di separazione e di superiorità, che negano l'interconnessione e l'unità di tutto. L'assunto antropocentrico secondo cui gli esseri umani sono separati dalla natura e superiori alle altre specie prive di diritti non solo è una violazione dei diritti dei nostri simili, ma è anche una profanazione della nostra stessa umanità e dei nostri stessi diritti umani. I più recenti assunti scientifici dimostrano che è la cooperazione, e non la competizione, a plasmare l'evoluzione. Dalle molecole in una cellula, agli organismi, agli
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